mercoledì 22 ottobre 2008

Full immersion

Giornata intera in camera oscura. Non ci sono mica abituato. Ho sperimentato ancora qualcosa sulla stampa split. Ho finalmente capito che per fare una buona stampa bisogna capire il negativo. Stamparlo e ristamparlo fino a quando non si conosce alla perfezione ogni particolare. E ciò non può essere fatto in una singola sessione da un paio d'ore (chiaramente questo vale per me). Ho stampato questa (che in stampa è assai, molto, largamente.. meglio) sia su Tetenal TT baryt vario che su Bergger Prestige Variable NB. Così tanto per cercare di affinare un pò questi due occhi ciechi che mi ritrovo. Il responso solo a stampe asciutte. Roger, passo e chiudo.

novantaseiRolleiflex 3,5F, Delta 400@200, Rodinal semi-stand
Fotografia di negativo su tavola luminosa

9 commenti:

Ruz ha detto...

Tetenal TT baryt e Berger Prestige Variable NB... cavolo, ti tratti bene!!! dove la compri? ultimamente stampo solo su fomabrom variant 111, oltre ovviamente a quella che mi preparo io...

gianluca ha detto...

La tetenal ce l'hanno anche da fotomatica.. la berger l'ho presa da prophot.com

Altro negozio online che ha parecchie carte baritate è foto-riegler.at ma non l'ho ancora provato ;)

effemmeffe ha detto...
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effemmeffe ha detto...

Quando avrò finito le parti più importanti, tipo cucina, camera da letto e bagno, ho intenzione di finire lo stanzino di casa mia che ho battezzato come camera oscura.
Partendo da zero ho chiaramente mille domande e ho capito che tanto le risposte te le dai da solo provando e sbagliando, ma una cosa la chiedo lo stesso: per quanto ne sai tu, percentualmente, quanto conta la stampa e quanto lo sviluppo per una buona foto finale?
E ha senso trovare uno sviluppo standard e poi sbizzarrirsi sulla stampa o viceversa?

Ruz ha detto...
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Ruz ha detto...

mi permetto (con il permesso di Gianluca) di esprimere il mio punto di vista. Non esiste una regola perchè dipende da quello che vuoi ottenere. Per esempio, io che "scatto" prevalentemente in stenopeico, ottengo sempre 16 o 12 o 8 negativi completamente diversi (sottoesposti o bruciati, quasi mai per bene), quindi sviluppo sempre in standard e mi sbizzarrisco dopo.

gianluca ha detto...

effemmeffe: condordo con ruz, non esiste una regola. Secondo me molto dipende da QUANDO decidi ciò che vuoi ottenere. Se ti piace previsualizzare il risultato ancora prima dello scatto allora spesso non puoi procedere con sviluppo standard (ma in teoria non potresti neanche scattare in situazioni troppo differenti lo stesso rullo).
Al contrario penso che ruz ad esempio non sappia come uscirà la sua stampa al momento dello scatto. Ciò non toglie nulla al risultato o al metodo.. è semplicemente diverso.
Dico una banalità: se ti piace quello che hai fatto e come lo hai fatto, penso possa considerarsi già un successo :)

effemmeffe ha detto...

In realtà avete entrambi soddisfatto la mia curiosità: il metodo di sviluppo standard (resta poi da capire cosa voglia dire questo, ma sarà oggetto dei miei prossimi studi) ti permette di lavorare poi sulla stampa.
Visto che fotografo cose molto eterogenee e non riesco a previsualizzare come verrà la stampa, mi pare di di capire che dovrò adottare questa strada.
Grazie ad entrambi.

Ruz ha detto...

Esattamente! con lo stenopeico ci sono troppe variabili, negativi esposti male in primis che non mi permettono (a volte) di previsualizzare la stampa. Decido che carta usare solo quando ho il negativo in mano.